Analizzare il processo di attrezzaggio
Uno dei costi più importanti per molte industrie è quello legato agli impianti di produzione, alla loro manutenzione e a ogni fase di lavoro. Spesso si tende a considerare un macchinario solo per l’investimento iniziale speso per l’acquisto, unito ai costi per la manutenzione. È davvero tutto? Ti sei mai chiesto quando stia rendendo davvero, a livello di produzione, quel dato macchinario? Una delle attività alla quale dare grande attenzione per ottimizzare la produzione aziendale è l’analisi del processo di attrezzaggio. Per attrezzaggio intendiamo quel momento del lavoro in cui si prepara la macchina per una data produzione. In quel momento l’impianto è, solitamente, fermo e non produce. L’analisi del momento di attrezzaggio tende a rendere più scorrevole l’organizzazione del lavoro, riduce i tempi in cui il macchinario è fermo e, conseguentemente, porta miglioramenti ai tempi di produzione, sviluppando vantaggi su molti fronti.
Come si effettua l’analisi dei tempi di attrezzaggio?
Solitamente, per effettuare l’analisi dei tempi di attrezzaggio, si effettua un’osservazione completa del momento in cui il macchinario viene preparato per produrre. Per poter analizzare adeguatamente tutto, viene registrato un video che vede come protagonisti gli operatori (o l’operatore nel caso fosse uno) e tutto ciò che riguarda la fase stessa di attrezzaggio. Ovviamente gli operatori vengono avvertiti ma non viene fatto nulla per facilitare o modificare il loro comportamento consolidato. Facendo questo genere di operazione, ci si rende conto fin da subito dei tempi morti o di quelli utilizzati per cercare eventuali attrezzi o materiale di produzione. Alla fine delle analisi vengono contati anche tutti gli spostamenti degli operatori e, di sovente, ne risulta un percorso di qualche chilometro. Che impatto può avere questo sulla fase produttiva e come si può tradurre in dati da analizzare?
L’indicatore OEE e l’efficienza complessiva dell’impianto
Una volta registrato il video, si passa alla vera e propria raccolta dei dati statistici. Per valutare l’efficienza di una fase produttiva industriale si usa un indicatore chiamato OEE. Si tratta di un indicatore molto completo che dà l’esatta percezione statistica dell’andamento dell’impiato. Considerato 100 la produzione a livello ottimale, l’indicatore OEE calcola in percentuale a che livello è la produzione nel momento del rilevamento dei dati. Mediamente, molte aziende si attestano a un livello che va dal 45% al 55%. La cosa stupisce, e non positivamente, molti imprenditori e proprietari di industrie. Credono sia impossibile che il loro livello produttivo sia così basso.
Quali sono gli elementi su cui si basa l’indicatore OEE?
Le statistiche che danno forma all’indicatore OEE si basano su tre elementi principali:
- disponibilità del macchinario
- velocità dello stesso
- qualità produttiva
Per disponibilità del macchinario intendiamo quanto tempo verrà impiegato per l’attrezzaggio. La velocità di produzione è ovviamente l’arco temporale impiegato per dare vita al pezzo richiesto. La qualità produttiva verifica quante volte il prodotto risulta perfetto e, in egual modo, quante volte debba essere rifatto o corretto. L’insieme dei dati legati a queste tre fasi della produzione dà come risultato l’indicatore che misura l’efficienza complessiva. Dati alla mano, si parte successivamente con la consulenza legata al miglioramento della produzione.
Come ottimizzare la fase pre-produttiva e quella di produzione effettiva?
Occorre trovare l’equilibrio settore per settore, produzione per produzione. Ci sono ancora settori dove andare piano è meglio e altri invece è il contrario. Negli anni, il mondo dell’imprenditoria è molto cambiato e i proprietari d’azienda si rendono sempre più conto di come la consulenza strategica basata sui dati – magari raccolti grazie all’utilizzo di un software come MES – possa essere il perfetto alleato per essere più efficienti, più competitivi e capaci di performance migliori, grazie anche a un netto risparmio sui costi produttivi. Rendere più efficiente il lavoro di un macchinario non significa in alcun modo sminuire l’attività di un operatore o di un’operatrice. Anzi, rendendo la produzione più fluida e meno soggetta a perdite di ogni tipo, anche il lavoro umano ne riceverà netti vantaggi.
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